domenica 4 settembre 2016

Spunti dalla finale del Challenger: Kenny il gigante buono ce l'ha fatta. Chapeau


Kenny De Schepper è il nuovo campione del Challenger di Como. Quello che pensiamo di lui l'avevamo già espresso in settimana in questo post (CLICCA QUI). Ma aggiungiamo dell'altro...

Premessa: mentiremmo se dicessimo che non siamo contenti. Lui, per noi, rappresenta l'esempio di come dovrebbe essere un giocatore, serio e professionale lontano dalla rete, educato e corretto in mezzo al campo. Crediamo non esista una persona che non gli voglia bene.


Un esempio che ben racconta il francese è arrivato proprio questa sera al termine del match maratona contro un comunque positivo Marco Cecchinato, forse l'unico vero prospetto italiano Under 25 in grado - sistemati i suoi problemi - di stare stabilmente tra i primi 100 al mondo.


De Schepper saluta il pubblico e omaggia la città con la solita umiltà ("Spero abbiate potuto godere in questa settimana anche di un buon tennis, oltre che del paesaggio"), poi si ricorda qualcosa e chiede indietro il microfono: "Ah, grazie mille a Davide - dice in italiano, indicando la tribuna - per avermi allenato in questi giorni".


Davide è Davide Borromini, un ragazzo del Tennis Como che con Kenny ha palleggiato prima dei match. Questa piccola curiosità racconta però bene chi è il neo campione del "Città di Como", l'ultimo a lasciare il campo - anche oggi - per firmare autografi e palline da tennis, una anche ad una giovanissima tifosa arrivata dalla Francia.


L'ha meritata questa vittoria il gigante buono di Bordeaux, che è stato nel 2014 numero 62 al mondo. In tutti i match, a partire dal secondo turno, sembrava spacciato.


Indietro nel punteggio e nel gioco sia con Rublev (compiendo poi un capolavoro) sia con l'argentino Mayer (nel 2015 21° dell'Atp), sia con il rumeno d'Italia Adrian Ungur in semi, è riuscito sempre a sistemarsi in corsa e a distruggere gli avversari mentalmente prima ancora che fisicamente.


Oggi, a dire il vero, Cecchinato gli ha un po' dato una mano. Al siciliano non bastava un osso durissimo da battere in campo.

Di avversari ne ha voluti affrontare e battere tre (quasi riuscendoci): De Schepper, se stesso e anche l'arbitro con cui ha iniziato un valzer di battute sempre più accese, innescate dalla mancata autorizzazione a far bagnare il campo centrale come avrebbe voluto l'azzurro.


Eppure Cecchinato era avanti 6-2 4-2, padrone del gioco contro un avversario che - come ha poi rivelato nel dopo gara - era stanco e non in fiducia. Ma il tennis è uno sport magico e maledetto per questo. Così, dopo aver salvato prima due palle break, poi altre tre nel turno successivo al servizio, De Schepper è entrato nel match.

Aggiustando piano piano il suo gioco. Così il rovescio timido del primo set ha lasciato spazio a rasoiate che passavano un millimetro sopra la rete tagliando il campo in due. Il servizio - oggi non positivo per il francese - ha comunque aumentato le percentuali di prime palle.

Dall'altra parte della rete Cecchinato ha iniziato a perdere campo, remando sempre più da fondo e aspettando regali che non sono più arrivati. Eppure l'italiano è stato bravo, perché dopo il 7-0 nel tie break che avrebbe potuto ammazzare un toro, è rimasto in partita.

"Stai qui, stai qui con la testa", gli urlava l'allenatore, e l'azzurro l'ha fatto. Ma De Schepper in questa settimana è stato un gigante non solo fisicamente. Ad alla fine a braccio di ferro ha vinto lui. Bravo Kenny, siamo proprio contenti per te.

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