venerdì 1 luglio 2016

L'ANGOLO del fisioterapista: parliamo del POLSO tra fratture e tunnel carpale


A luglio parliamo del polso e delle infinite problematiche lo riguardano. Siamo giunti alla nona puntata della nostra rubrica "L'Angolo del Fisioterapista", in collaborazione con lo studio Fkt di via Recchi a Como.


ANATOMIA

Il polso, o carpo, è formato da otto piccole ossa disposte su due file. Il polso è l’articolazione che unisce l’avambraccio e la mano. E' costituita dalle due ossa presenti nell’avambraccio, il radio dalla parte del pollice e l’ulna dalla parte del mignolo. Queste due ossa si articolano con la prima fila di ossa del carpo, mentre la seconda fila si articola con i cinque metacarpi.


PATOLOGIE

Le patologie che riguardano il polso possono essere di natura non traumatica o degenerativa come la sindrome del tunnel carpale (compressione del nervo mediano caratterizzato da formicolio e dolore del palmo della mano) o la sindrome di De Quervain (infiammazione del tendine del muscolo estensore lungo del pollice), oppure più di frequente di origine traumatica, come le fratture, che avvengono nella maggior parte dei casi per impatto diretto del polso al suolo in seguito ad una caduta in avanti a braccio teso. Un’altra causa frequente delle patologie di polso è la distorsione, causata da un movimento repentino della testa della racchetta senza impattare la palla.


SEGNI E SINTOMI

Come abbiamo visto in precedenza, le principali patologie possiamo suddividerle in:

  • Patologie di natura neurologica, come la sindrome del tunnel carpale. I sintomi tipici sono: alterazione della sensibilità della mano, carenza di forza, dolore, formicolio
  • Tendiniti e tenosinoviti, come il morbo di De Quervain. Caratteristica di queste patologie è il dolore locale, puntuale, invalidante, lungo il decorso di un singolo tendine. Nel caso si tratti di tenosinovite apparirà gonfiore lungo il tendine
  • Distorsioni. Esse sono lesioni dell’apparato legamentoso, possono riguardare i legamenti che uniscono le ossa del carpo tra loro oppure le ossa del carpo con ulna, radio e ossa metacarpali. I segni tipici sono: dolore al movimento del polso (in estensione, flessione e rotazione), dolore alla presa, dolore alla digitopressione, rigidità del polso, tumefazione, calore locale e gonfiore
  • Fratture. Sono sempre dovute ad un trauma diretto e statisticamente le ossa più frequentemente coinvolte sono radio, scafoide, ulna, primo e quinto metacarpo. Esse causano un immediato dolore invalidante dopo la caduta, importante gonfiore, comparsa immediata di un ematoma.


DIAGNOSTICA

A seconda delle patologie di cui sospettiamo, ci sono esami diagnostici specifici.

  • Per i problemi di natura neurologica si effettuano dei test clinici completati da uno studio elettromiografico (EMG)
  • Per le tendiniti e le tenosinoviti, oltre all’anamnesi e all’esame obiettivo del paziente, è bene consigliare un esame ecografico
  • Per le distorsioni, che possono essere di tre gradi di gravità (meno importanti di primo grado, più complesse di secondo e terzo), si utilizza l’esame obiettivo, test clinici ortopedici, ecografia o radiografia (per escludere fratture) a seconda del grado di distorsione. In presenza di distorsioni particolarmente gravi, può essere anche indicato eseguire un esame diagnostico
  • In caso di sospetta frattura, l’unica scelta è quella di eseguire immediatamente una radiografia. Nei casi di fratture complesse l’ortopedico può prescrivere una tac


FISIOTERAPIA

Dopo aver ottenuto una diagnosi certa a seguito degli esami effettuati, possiamo intraprendere un percorso riabilitativo specifico. In dettaglio possiamo dire che:

  • Per i problemi neurologici il fisioterapista ha a disposizione tecniche di terapia manuale ed elettroterapia
  • Per tendiniti e tenosinoviti, il fisioterapista utilizza il massaggio trasverso profondo, laser, ultrasuoni, onde d’urto, tecarterapia
  • Per le distorsioni divideremo il trattamento in due fasi. La prima, detta “antalgica”, prevede l’utilizzo di mobilizzazione passiva (laser, ultrasuoni, tecarterapia). Generalmente vengono confezionati dei bendaggi funzionali o viene consigliato l’acquisto di tutori da tenere per qualche settimana. La seconda fase prevede il recupero funzionale ed il rinforzo muscolare. In questa fase si effettua una mobilizzazione attiva anche con l’utilizzo di plastiline, pesi ed elastici
  • In caso di frattura al paziente verrà confezionato un apparecchio gessato. In questa fase è utile iniziare con applicazioni di magneto terapia. Alla rimozione del gesso, la fisioterapia consiste in mobilizzazioni passive e attive assistite, al fine di recuperare la completa articolarità del polso; frequentemente viene utilizzata la tecarterapia. Una volta recuperata l’articolarità, lo scopo riabilitativo è quello di riacquistare la forza muscolare tramite l’utilizzo di plastiline pesi ed elastici

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