mercoledì 16 marzo 2016

L'ANGOLO del fisioterapista: è arrivato il momento di parlare dei guai alla CAVIGLIA


Siamo alla sesta puntata dell'angolo del fisioterapista, la rubrica mensile di "Game Set & Match - Il Tennis Comasco" in collaborazione con lo studio FKT di via Recchi a Como. Questa volta parliamo della caviglia e dei suoi guai, soprattutto fratture e distorsioni.


ANATOMIA

L’articolazione della caviglia, detta anche tibio-tarsica, articola tibia e perone con l’astragalo. Questa articolazione è responsabile dell'estensione dorsale o flessione plantare che si verifica attorno l’asse trasversale che attraversa i due malleoli. La caviglia è formata da un insieme di legamenti i quali permettono stabilità, movimento e tengono ben saldi i capi ossei. I principali legamenti sono: sul lato interno della caviglia il legamento mediale o deltoideo. Ha forma triangolare e staccandosi dal malleolo (mediale) si divide in quattro fasci, due anteriori, uno medio e uno posteriore. Sul versante esterno troviamo il legamento laterale: meno robusto del legamento mediale, si divide in tre fasci che prendono il nome di legamento peroneo-astragalico anteriore, medio e posteriore.


LE PRINCIPALI LESIONI A CARICO DELLA CAVIGLIA

La caviglia e  è un’articolazione sottoposta a carico e pertanto suscettibile a traumi. Principalmente possiamo avere due tipi di lesione: la distorsione legamentosa e la frattura ossea.


DISTORSIONI

Per distorsione si intende la lesione parziale o completa di un legamento. Il meccanismo distorsivo a carico della caviglia è traumatico e provoca la lesione del legamento e la perdita momentanea ed incompleta dei rapporti articolari fra due capi ossei. Una caviglia lesa ed instabile rappresenta il presupposto di distorsioni recidivanti. I traumi a carico della caviglia si suddividono in:
  • Acuti (primo episodio)
  • Acuti su precedenti (distorsione recidiva)
  • Lassità croniche (la caviglia ha troppa mobilità): sono derivanti da un eventuale trattamento inadeguato delle distorsioni precedenti o sono presenti  in soggetti con lassità legamentosa congenita.

I gradi di distorsione (quindi il grado di lesione del legamento) possono essere di:
  • Primo grado: il legamento ha subito una deformazione elastica, si è allungato senza lesione, il recupero potrà essere totale.
  • Secondo grado: rottura parcellare del legamento, condizione questa che predispone un rischio potenziale di recidive.
  • Terzo grado: rottura di oltre il 50% del legamento o completa rottura dell’apparato capsulo-legamentoso. In questo caso se la caviglia è compromessa e necessita di una lunga riabilitazione.


FRATTURE

Le principali fratture all’articolazione Tibio-Tarsica sono a carico dei malleoli (il malleolo tibiale è quello interno mentre il malleolo peroneale si trova sull’esterno). Inoltre le fratture possono essere:
  • composte, quando i frammenti ossei non si dislocano
  • scomposte, quando si ha la dislocazione dei frammenti
  • aperte, quando la cute di apre e il moncone osseo è visibile ad occhio nudo
  • chiuse, quando non vi è la lacerazione della cute 
  • complete, quando interessano tutto lo spessore dell’osso
  • incomplete, quando vi è la frattura solo di una parte dell’osso.



CAUSE

Una delle cause più frequenti di frattura della caviglia è una distorsione dovuta ad una torsione o rotazione della caviglia come succede tipicamente durante gli sport ad alto impatto come il calcio o il rugby:
  • Inciampo o caduta.
  • Impatto durante un incidente d'auto.


SEGNI E SINTOMI

I sintomi più comuni delle distorsioni e fratture di caviglia sono:
  • Dolore.
  • Rigidità e gonfiore.
  • blocco antalgico articolare (la caviglia non effettua movimenti in flessione plantare in modo completo a causa del dolore).
  • Calore
  • Versamento intra-articolare o extra articolare a seconda della gravità della lesione.


DIAGNOSTICA

Ecografia: è l’esame diagnostico fondamentale nelle distorsioni di caviglia, non è un esame strumentale invasivo e ci permette immediatamente di valutare lo stato del versamento e lo stato dei tessuti molli. RX, la radiologia tradizionale è l’esame fondamentale per accertare o escludere la presenza di fratture. RMN, visualizza con chiarezza e completezza le lesioni legamentose, la presenza di versamenti, le contusioni  ossee e i difetti osteocondrali. Generalmente viene prescritta sono per casi particolarmente gravi. TAC, per studiare le fratture ossee più complesse.

                                                     
TRATTAMENTO NON CHIRURGICO DELLE FRATTURE

Potreste non aver bisogno dell'intervento chirurgico se la caviglia è stabile e l'osso rotto non è scomposto. Diversi metodi differenti sono utilizzati per proteggere la frattura mentre guarisce: vanno da un semplice tutore bivalve ad un apparecchio gessato tipo stivaletto per circa 4-6 settimane. Consultate il vostro medico regolarmente per ripetere i raggi X della caviglia e assicurarsi che i frammenti della vostra frattura non si sono spostati durante il processo di guarigione.


TRATTAMENTO CHIRURGICO DELLE FRATTURE

Se la frattura è scomposta o la caviglia è instabile, vi verrà consigliato il trattamento chirurgico. Durante questo tipo di procedura, i frammenti ossei vengono ricollocati nella loro posizione di origine (ridotti) e nel loro normale allineamento. Saranno poi tenuti insieme con viti speciali e piastre metalliche (placche in titanio) attaccati alla superficie esterna dell'osso. Anche in questo caso c’è il riposo assoluto per 4-6 settimane e un controllo periodico dal medico per assicurarsi che stia procedendo tutto secondo la norma.


FISIOTERAPIA

Appena accade un evento discorsivo bisogna iniziare da subito con il cosiddetto PRICE, cioè protezione, riposo, ice (ghiaccio), compressione, elevazione. Ovvero bisogna fare subito un bendaggio compressivo, applicare del ghiaccio e mettere a riposo l’arto in elevazione. Dopo la fase acuta nelle distorsioni (tra la seconda e terza settimana dopo l’evento) o dopo la rimozione del gesso in caso di frattura, è consigliato iniziare con le sedute di fisioterapia per ristabilire la normale funzione della caviglia, togliere il dolore ed il gonfiore e riprendere la forza muscolare. Le principali tecniche e terapie strumentali da utilizzare sono la Tecarterapia, la laserterapia, l’ultrasuonoterapia ed il bendaggio funzionale e la rieducazione propriocettiva. Parallelamente è necessario un lavoro manuale di un fisioterapista esperto per recuperare il completo movimento della caviglia ed iniziare esercizi di potenziamento. Per evitare recidive è indispensabile il completo recupero propriocettivo, ovvero la caviglia deve essere stabile, il rinforzo ed il riequilibrio muscolare completo.


Bibliografia:
Clinica Ortopedica, A. Mancini-C. Morlacchi
Guida ai sentieri del corpo, Andrew Biel

Sitografia:


Symptoms of Knee Instability are Risk Factors for Recurrent Falls. Feb 2016, Nevitt MC, Tolstykh I, Shakoor N.

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