martedì 24 marzo 2015

Storia di Edoardo: dal Lago di Como a stella universitaria di Virginia Tech


Quella che stiamo per raccontare è una storia bella, di quelle che ci piace leggere e di cui ci piace soprattutto scrivere. Per questo, lo diciamo subito, deroghiamo dal diktat che ci siamo imposti quando mesi fa abbiamo iniziato questa avventura del blog, quello di post non troppo lunghi per non stancare il lettore. Ma qui non possiamo farne a meno. Ce ne scusiamo e speriamo che chi arriverà fino in fondo non se ne pentirà. Perché come dicevamo, in questa storia c’è un po’ di tutto, passione per il tennis, tenacia, e pure un tocco a stelle e strisce. Già, perché il racconto parte da Como per arrivare a Blacksburg, piccola città della Virginia sede tuttavia di una grande università, Virginia Tech.


Nome reso celebre anche in Italia, purtroppo, da una delle più grandi stragi di studenti che gli States ricordino. Era il 16 aprile 2007 e si contarono 33 morti e 23 feriti. Allora Edoardo Tessaro aveva 14 anni. Nato in riva al lago, cresciuto a Uggiate Trevano, mai avrebbe pensato in quegli anni di diventare una stella degli “Hokies”, ovvero gli studenti e i fan di Virginia Tech.


Uno, tanto per dire, che in questa stagione ha all’attivo 12 w (successi) e un solo ko nei 13 match di singolare disputati. Tra cui, indimenticabile, la vittoria con le celebre università di Duke (numero 2 d’America) con il punto del trionfo (in rimonta da 3-5 nel set decisivo poi chiuso 7-5) portato proprio da Tessaro. Una cosa da invasione di campo per festeggiare, come poi puntualmente avvenne.

Ma torniamo a Como. Edoardo inizia giocare a 7 anni allo Sporting Faloppio seguito dal maestro Antonio Chiriatti. Poi a 18 passa al Tennis Giussano, alla scuola dell’ex Atp Marcelo Charpentier. Il livello di gioco è ottimo, arriva alla categoria 2.3, inizia a giocare qualche Itf, ottiene i primi punti Atp ma la classifica è alta, intorno al 1400 al mondo. Nessuno ancora lo sa, ma tutto sta per cambiare e come spesso accade in questi casi di mezzo c’è…. il caso.

“Mi sono informato da Corrado Dell'incerti Tocci che ha un'agenzia che aiuta i giocatori a trovare borse di studio per i college – ci racconta Edoardo dall’America, via pc - Non mi aspettavo nulla di che, ma invece circa una settimana dopo mi ha contattato dicendomi che c'era un coach che era già in Italia e che se avessi voluto poteva venire a vedermi allenare. Ho risposto che per me andava bene”. Il coach, lo avrete capito, è la guida della squadra di tennis di Virginia Tech. “Ha guardato il mio allenamento – prosegue Edoardo - e subito dopo mi ha offerto di andare a giocare per gli “Hokies”. Quattro giorni dopo gli avevo detto di sì”.

Il caso di Tessaro è particolare, perché si tratta di un graduate student, è cioè l'unico della squadra ad avere già una laurea e che sta dunque facendo un Master. E nel frattempo gioca. Eccome gioca: “Il record per adesso è buono: 12/1 in singolare e 7/2 in doppio (il migliore della squadra, ndr)”. Con la perla già raccontata contro Duke. Virginia Tech parte la stagione come 38esima del ranking, e dopo mezza stagione è già 15esima. Mai nella storia dell’università erano stati così in alto. Oggi il totale è di 13 vinte e due perse.

“Non mi ritengo la stella della squadra; qui è il gruppo che fa la differenza – dice Edoardo - All'inizio ero abbastanza confuso perchè ho sempre considerato il tennis lo sport individuale per eccellenza, ma qui è diverso: la chiave per vincere più partite è avere un team unito e con tutti i giocatori più o meno allo stesso livello. Ed è quello che quest'anno abbiamo nella nostra squadra”.


Alla fine della stagione regolare mancano ancora sette partite. La prossima sarà il 29 marzo in casa contro North Carolina. Poi sarà tempo di finali Acc (ovvero la conference di Virginia Tech) per chiudere con il "gran ballo": il torneo nazionale Ncaa. “Un tabellone da 64 squadre a eliminazione diretta. Le prime sedici, le cosiddette sweet sixteen andranno a Baylor, in Texas, per le finali”. E quel giorno speriamo di essere tutti in Texas con Edoardo Tessaro, anche se solo virtualmente e davanti ad un comaschissimo pc. E, potete starne certi, grideremo anche noi, semplicemente, “Go Hokies”.

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